Miriam
Camillò, 15 anni, frequenta la seconda superiore musicale al Volta.
E' una ragazza tormentata, molto timida; e questo l'ha portata a
cercare altri mondi in cui rifugiarsi. Ha iniziato il suo progetto in
terza media e ha creato un “universo parallelo” tutto per lei.
Come
mai hai scelto di scrivere un libro?
“Sono
rimasta delusa dal finale del settimo libro delle Cronache di Narnia;
quindi volevo formare un finale alternativo creando una nuova storia
d'amore (mancante nel libro di Lewis) con nuovi personaggi per
rendere i libri molto più avvincenti”.
Come
si intitola?
“La
Storia Eterna di Gaelia è il nome della saga; poi per ogni libro sto
pensando ad un titolo facendomi anche aiutare dai miei amici”.
Come
mai questo titolo?
“Perchè
voglio che gli altri possano vedere la storia dalla loro prospettiva,
senza dare per dogma tutto quello che scrivo io. Voglio che chi legge
si senta libero di dire la sua e modificare a proprio piacimento la
storia”.
Cosa
racconta il libro?
“La
storia di Claire, Edmund ed Ethan; a cui viene assegnato un compito
arduo per dei ragazzi della loro età: attraversare una foresta
maledetta e uccidere un malvagio tiranno che ha sterminato il popolo
di Gaelia. I tre sono solo gli ultimi di una lunga successione di
persone che sono state strappate al loro mondo per morire fallendo al
castello del tiranno. Ma questi ragazzi hanno qualcosa di diverso, di
particolare. La storia si sviluppa velocemente, attraverso la terra
di Gaelia, dove i ragazzi si troveranno ad affrontare insidie
mortali, litigi tra fratelli, incertezze e uno scomodo amore”.
Che
genere è?
“Direi
sfacciatamente Fantasy”.
Da
dove nasce la tua passione per questo genere?
“Il
Fantasy è il primo genere letterario che ho incontrato. Il primo
vero romanzo Fantasy che ho letto è stato Fairy Oak di Elisabetta
Cinone. Da lì ho iniziato a riempire la mia stanza di libri di quel
genere tanto amato perchè sempre alla ricerca di nuove avventure e
mondi dove rifugiarmi nei momenti difficili o, semplicemente, per
sfuggire dalla realtà così scomoda”.
Quanto
hai scritto fino ad ora?
“Finora
ho fatto molta confusione. Ho scritto un primo libro del quale però
poi mi sono accorta che aveva bisogno di un inizio e quindi adesso
sto scrivendo il primo vero libro”.
Come
giudichi il tuo stile?
“Direi
paratattico. Non mi piace prolungarmi in noiose descrizioni e
preferisco che sia il lettore a creare una propria ambientazione.
Prediligo i dialoghi e i monologhi interiori. Inoltre, non mi piace
vedere la storia da un unico punto di vista, quindi mi sposto
continuamente da un personaggio all'altro, rivedendo anche la stessa
scena da più punti di vista”.
L’hai
già fatto leggere a qualcuno?
“Sì.
La mia migliora amica ha letto quasi tutto quello che ho scritto, mi
ha dato e dà dei consigli che però io non seguo quasi mai. Dice che
quello che scrivo è bello, ma lei vorrebbe che l'argomento assoluto
fosse solo l'amore. Non sono d'accordo, penso che sia molto
importante l'avventura e le relazioni dei personaggi”.
Hai
intenzione di pubblicare il libro?
“Mi
piacerebbe molto, ma non ho molto tempo per scrivere e non so quando
lo finirò. Lo farò leggere a una decina di persone e vedrò cosa mi
consigliano; anche se credo che lo pubblicherò comunque”.
Da
chi trai ispirazione?
“Da
tutto quello che mi circonda: la scuola, gli amici, la famiglia. Mi
baso anche molto sui libri che ho letto e che mi piacciono di più”.
Vorresti
diventare una scrittrice famosa?
“Diventare
scrittrice è il mio sogno nel cassetto”.
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