Ci
racconti la sua vita professionale.
“Dopo la laurea, ho insegnato in diverse scuole; finché non mi sono fermata, per più di vent'anni, all'istituto Professionale Bosso, dove insegnavo matematica e ho iniziato a collaborare con la presidenza, diventando vicaria. Prima di arrivare al Volta sono stata Preside all'8 marzo di Settimo”.
Preferisce insegnare o fare la preside?
“Quando ho smesso di insegnare mi è dispiaciuto un po'. Continuo a interessarmi della didattica della matematica, ma è diverso dallo stare in classe”.
E' già passato un anno: come si trova?
“Bene: i ragazzi hanno interessi, atteggiamenti costruttivi, senso di responsabilità. Il corpo docenti è ottimo; ho trovato collaborazione con tutto il personale”.
In che condizioni ha trovato il Volta?
“Perfettamente organizzato. Funzione benissimo, collaudato da anni”.
Che propositi aveva? Li ha realizzati?
“Sono stati realizzati molti progetti; ricordando l’esperienza di docente sono interessata alle Olimpiadi e agli Stage di matematica. Quest'anno abbiamo partecipato per la prima volta alle Olimpiadi della Fisica ed è stata realizzata, la Scuola di Fisica, attuata in collaborazione con l'Università di Torino per le classi quinte”.
Ha un sogno nel cassetto?
“Mi sarebbe piaciuto trovare una succursale: abbiamo ricevuto molte richieste di iscrizione, per via della particolare attenzione dei docenti nei confronti degli allievi”.
Il prossimo anno ci saranno ancora tante prime?
“Abbiamo rifiutato 44 iscrizioni, avevamo raggiunto il limite massimo. Avremo 10 prime da 27 persone. Il problema sarà accogliere i nostri ripetenti”.
Entrano 10 prime, escono 5 quinte. Mancano 5 aule…
“Le terze devono avere almeno 27 allievi. Ci saranno accorpamenti, recupereremo qualche aula. E poi ricorreremo alla mobilità. Tutte le classi tranne due o tre quinte, che hanno pochi studenti, avranno un’aula preferenziale, mentre le quinte scelte ne avranno ogni giorno una diversa, a seconda di chi sarà in palestra”.
Perché non si è partecipato alla marcia nazionale di Libera a Firenze?
“Gli studenti non avevano un progetto, né un docente disponibile ad accompagnarli. Anche Libera ha creato difficoltà. Ci siamo scoperti impotenti: è obbligatorio trovare un docente volontario disposto a prendersi la responsabilità”.
Cosa pensa dell'occupazione di dicembre?
“Siete stati (quasi) ordinati. Si sono lamentati i vicini, per la discoteca che ha proseguito oltre le 22. Il giorno dopo sono venuti a dirmi che non avevano chiamato i Carabinieri, ma che potevano farlo”.
E della cogestione di marzo?
“E’ stata gestita davvero molto bene, anche se capitata in un periodo molto difficile, in cui si tirano le fila della preparazione scolastica. Mi preoccupo non dei monte ore annuali , ma dei problemi sui risultati scolastici: i recenti Consigli di classe hanno inviato alle famiglie una media di 10 lettere per classe, per materie insufficienti”.
Ha dei progetti per l'anno prossimo?
“Prima di pensare a progetti occorre pensare ai finanziamenti”.Gli alunni potranno fare proposte?
“Sì, purché ci sia un professore a sostenerle. Verso maggio-giugno il Collegio dei Docenti esaminerà le proposte per il POF 2013/14”.
Come sono cambiati gli studenti?
“Quando ero studentessa al Galfer era naturale studiare 4-5 ore al giorno. Ora, vedo ragazzi che riescono a studiare solo 2 ore al giorno. E' giusto avere anche altri interessi, però trovo che i nuovi alunni di prima facciano ogni anno più fatica per mancanza di metodo di studio”.
Un tempo, a 20 anni, si pensava già a un futuro stabile, a un lavoro definitivo, che adesso si vede verso i 30 anni. Si è spostato anche il grado di maturità?
“Trovo i giovani più indifesi, in molti casi più infantili. Forse le famiglie li difendono e proteggono troppo. Alcuni sono molto ansiosi e quasi terrorizzati dalla scuola”.
E gli insegnanti sono cambiati?
“Senz'altro, soprattutto nella relazione con gli studenti. Un tempo erano molto più distaccati e rispettati”.
Parliamo infine della classifica delle scuole delle Fondazione Agnelli. Il Volta nel 2012 era al posto numero 108. Cosa si augura per il futuro?
“Un miglioramento. La Fondazione Agnelli fornisce alle scuole dei dati, che dovrebbero costituire spunti di riflessione. L’opera della Fondazione è utile, perché è l'unico ente che riesce a seguire gli alunni dopo l'uscita dalle scuole, andando a vedere i loro risultati nelle università. La classifica non mi piace, ma è interessante. Sono anche favorevole alle prove INVALSI, che non sono valutazioni dei docenti, ma sulla capacità degli alunni di applicare quello che viene loro insegnato”.
“Dopo la laurea, ho insegnato in diverse scuole; finché non mi sono fermata, per più di vent'anni, all'istituto Professionale Bosso, dove insegnavo matematica e ho iniziato a collaborare con la presidenza, diventando vicaria. Prima di arrivare al Volta sono stata Preside all'8 marzo di Settimo”.
Preferisce insegnare o fare la preside?
“Quando ho smesso di insegnare mi è dispiaciuto un po'. Continuo a interessarmi della didattica della matematica, ma è diverso dallo stare in classe”.
E' già passato un anno: come si trova?
“Bene: i ragazzi hanno interessi, atteggiamenti costruttivi, senso di responsabilità. Il corpo docenti è ottimo; ho trovato collaborazione con tutto il personale”.
In che condizioni ha trovato il Volta?
“Perfettamente organizzato. Funzione benissimo, collaudato da anni”.
Che propositi aveva? Li ha realizzati?
“Sono stati realizzati molti progetti; ricordando l’esperienza di docente sono interessata alle Olimpiadi e agli Stage di matematica. Quest'anno abbiamo partecipato per la prima volta alle Olimpiadi della Fisica ed è stata realizzata, la Scuola di Fisica, attuata in collaborazione con l'Università di Torino per le classi quinte”.
Ha un sogno nel cassetto?
“Mi sarebbe piaciuto trovare una succursale: abbiamo ricevuto molte richieste di iscrizione, per via della particolare attenzione dei docenti nei confronti degli allievi”.
Il prossimo anno ci saranno ancora tante prime?
“Abbiamo rifiutato 44 iscrizioni, avevamo raggiunto il limite massimo. Avremo 10 prime da 27 persone. Il problema sarà accogliere i nostri ripetenti”.
Entrano 10 prime, escono 5 quinte. Mancano 5 aule…
“Le terze devono avere almeno 27 allievi. Ci saranno accorpamenti, recupereremo qualche aula. E poi ricorreremo alla mobilità. Tutte le classi tranne due o tre quinte, che hanno pochi studenti, avranno un’aula preferenziale, mentre le quinte scelte ne avranno ogni giorno una diversa, a seconda di chi sarà in palestra”.
Perché non si è partecipato alla marcia nazionale di Libera a Firenze?
“Gli studenti non avevano un progetto, né un docente disponibile ad accompagnarli. Anche Libera ha creato difficoltà. Ci siamo scoperti impotenti: è obbligatorio trovare un docente volontario disposto a prendersi la responsabilità”.
Cosa pensa dell'occupazione di dicembre?
“Siete stati (quasi) ordinati. Si sono lamentati i vicini, per la discoteca che ha proseguito oltre le 22. Il giorno dopo sono venuti a dirmi che non avevano chiamato i Carabinieri, ma che potevano farlo”.
E della cogestione di marzo?
“E’ stata gestita davvero molto bene, anche se capitata in un periodo molto difficile, in cui si tirano le fila della preparazione scolastica. Mi preoccupo non dei monte ore annuali , ma dei problemi sui risultati scolastici: i recenti Consigli di classe hanno inviato alle famiglie una media di 10 lettere per classe, per materie insufficienti”.
Ha dei progetti per l'anno prossimo?
“Prima di pensare a progetti occorre pensare ai finanziamenti”.Gli alunni potranno fare proposte?
“Sì, purché ci sia un professore a sostenerle. Verso maggio-giugno il Collegio dei Docenti esaminerà le proposte per il POF 2013/14”.
Come sono cambiati gli studenti?
“Quando ero studentessa al Galfer era naturale studiare 4-5 ore al giorno. Ora, vedo ragazzi che riescono a studiare solo 2 ore al giorno. E' giusto avere anche altri interessi, però trovo che i nuovi alunni di prima facciano ogni anno più fatica per mancanza di metodo di studio”.
Un tempo, a 20 anni, si pensava già a un futuro stabile, a un lavoro definitivo, che adesso si vede verso i 30 anni. Si è spostato anche il grado di maturità?
“Trovo i giovani più indifesi, in molti casi più infantili. Forse le famiglie li difendono e proteggono troppo. Alcuni sono molto ansiosi e quasi terrorizzati dalla scuola”.
E gli insegnanti sono cambiati?
“Senz'altro, soprattutto nella relazione con gli studenti. Un tempo erano molto più distaccati e rispettati”.
Parliamo infine della classifica delle scuole delle Fondazione Agnelli. Il Volta nel 2012 era al posto numero 108. Cosa si augura per il futuro?
“Un miglioramento. La Fondazione Agnelli fornisce alle scuole dei dati, che dovrebbero costituire spunti di riflessione. L’opera della Fondazione è utile, perché è l'unico ente che riesce a seguire gli alunni dopo l'uscita dalle scuole, andando a vedere i loro risultati nelle università. La classifica non mi piace, ma è interessante. Sono anche favorevole alle prove INVALSI, che non sono valutazioni dei docenti, ma sulla capacità degli alunni di applicare quello che viene loro insegnato”.
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