La classe 2D ha partecipato al concorso “ Adotta un
monumento” scegliendo la lapide di piazza XVIII Dicembre dedicata
ai Martiri morti il 18 dicembre1922. Gli studenti hanno cercato di
ricostruire l’accaduto girando un cortometraggio di circa 3 minuti
immedesimandosi nei personaggi dell’epoca. Inizia con un turista
straniero che chiede informazioni sulla lapide a quattro ragazzi
torinesi. Loro però non sapendo rispondere si scusano e salgono
sulla metro; che in pochi secondi viene paragonata ad un’antica
stazione che riconduce i ragazzi a quel lontano 18 dicembre 1922.
Terrorizzati si ritrovano ad assistere ad una violenza da parte di fascisti su un cittadino e vengono in seguito condotti ad una riunione di partigiani. Al termine i fascisti irromperanno nella sala uccidendo tutti i presenti.
Il cortometraggio si conclude con riflessioni sull’accaduto da parte degli studenti che incontreranno nuovamente il turista straniero.
Eleonora Guidi e Alessandro Demaria sono due degli studenti che hanno contribuito alla realizzazione del cortometraggio. “La professoressa Fronda - raccontano - ci aveva informato di un progetto sul tema “Adotta un monumento” . Noi abbiamo aderito sin primo momento. Da ottobre abbiamo steso il copione e poi verso febbraio abbiamo iniziato a pensare come metterlo in atto”. La scelta dei ruoli ha avuto una evoluzione particolare: “Alcuni ragazzi della classe si sono trovati, buttando giù idee, scegliendo i ruoli in base alle presenze, a quello che gli studenti sapevano fare, e ai ruoli importanti o meno importanti”.
Il progetto ha avuto anche dei riflessi sullo spirito di gruppo della classe: “Pensiamo che ha unito molto la classe. Per esempio: quando c’erano le riprese tutti erano presenti e questa è stata una dimostrazione di “unione”, di “gruppo”. E poi ognuno ha contribuito all’organizzazione del progetto: chi si è occupato dei vestiti, chi dei trucchi e chi di altre cose”.
Alessandro Demaria, uno degli studenti che frequenta anche il laboratorio di giornalismo, ha fatto qualche cosa di davvero importante per il cortometraggio. Ecco la sua testimonianza: “I miei genitori lavorano in una compagnia teatrale e così ho potuto cercare i vestiti per molti miei compagni. Ovviamente dovevano adattarsi a quell’epoca. Quindi sì, ho avuto un ruolo importante in questo cortometraggio”.
Terrorizzati si ritrovano ad assistere ad una violenza da parte di fascisti su un cittadino e vengono in seguito condotti ad una riunione di partigiani. Al termine i fascisti irromperanno nella sala uccidendo tutti i presenti.
Il cortometraggio si conclude con riflessioni sull’accaduto da parte degli studenti che incontreranno nuovamente il turista straniero.
Eleonora Guidi e Alessandro Demaria sono due degli studenti che hanno contribuito alla realizzazione del cortometraggio. “La professoressa Fronda - raccontano - ci aveva informato di un progetto sul tema “Adotta un monumento” . Noi abbiamo aderito sin primo momento. Da ottobre abbiamo steso il copione e poi verso febbraio abbiamo iniziato a pensare come metterlo in atto”. La scelta dei ruoli ha avuto una evoluzione particolare: “Alcuni ragazzi della classe si sono trovati, buttando giù idee, scegliendo i ruoli in base alle presenze, a quello che gli studenti sapevano fare, e ai ruoli importanti o meno importanti”.
Il progetto ha avuto anche dei riflessi sullo spirito di gruppo della classe: “Pensiamo che ha unito molto la classe. Per esempio: quando c’erano le riprese tutti erano presenti e questa è stata una dimostrazione di “unione”, di “gruppo”. E poi ognuno ha contribuito all’organizzazione del progetto: chi si è occupato dei vestiti, chi dei trucchi e chi di altre cose”.
Alessandro Demaria, uno degli studenti che frequenta anche il laboratorio di giornalismo, ha fatto qualche cosa di davvero importante per il cortometraggio. Ecco la sua testimonianza: “I miei genitori lavorano in una compagnia teatrale e così ho potuto cercare i vestiti per molti miei compagni. Ovviamente dovevano adattarsi a quell’epoca. Quindi sì, ho avuto un ruolo importante in questo cortometraggio”.
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