Come comportarsi di fronte alla tecnologia, di Simone Moglio III B
Dopo due anni di attesa, finalmente la lavagna interattiva multimediale (L.I.M.) è arrivata in tutte le nostre aule. Per la maggioranza degli studenti, cresciuti con un touch-screen in mano, non porta molta innovazione. Tra i professori le reazioni sono invece molto più varie e controverse: alcuni sono felicissimi e ne fanno ampiamente uso, altri rimpiangono già le superate lavagne nere. Altri ancora davanti alla riconversione alzano le mani al cielo e invocano aiuto. La professoressa Bernascone, ad esempio, è una Sì-LIM: “La uso costantemente, i libri di inglese di quest’anno prevedono delle risorse create apposta; poi è particolarmente comoda soprattutto nel caso di alunni dislessici. E per gli esercizi di ascolto non devo più portare il registratore”. Naturalmente un oggetto del genere, costato 2000 euro a pezzo, è tutelato da un apparato regolamentare che sulla carta appare molto rigido e che, teoricamente, dovrebbe prevenire ogni inconveniente. Ma così non è. Continuano infatti incomprensioni tra gli alunni, il personale ATA e gli insegnanti. Durante gli intervalli o le ore buca, a volte gli alunni usano le casse stereo della LIM (senza accendere la lavagna) per ascoltare musica. O, ancora, durante i cambi d’ora può succedere che se ne approfitti per copiare dei file su chiavetta o viceversa (comportamento peraltro sanzionato dal regolamento). Non si trova un accordo. “Le mie lezioni - prosegue Bernascone - sono prevalentemente orali, non necessitano dell'intervento diretto degli alunni alla lavagna. La LIM fa parte del bene comune, va come tale rispettata e tutelata: gli alunni sanno utilizzarla, ma ricordo che a inizio anno alcuni staccavano i cavi per collegare lettori musicali alle casse, che fanno anch’esse parte del bene comune”.
C’è dunque un problema di responsabilità. Che, in loco, secondo il regolamento è di tutti gli alunni; il docente ha la responsabilità di sorveglianza funzionale. Complicato. “Posto che gli alunni non la possono toccare in sua assenza – prosegue Bernascone - , il docente ha tutta la responsabilità dell'apparecchiatura, sia durante la lezione, quando è usata anche dagli alunni, che durante il turno di sorveglianza durante l’intervallo. Ma qualora non fosse in classe, gli studenti non devono in alcun caso toccare la LIM. Se lo fanno ne diventano responsabili”. E a quel punto potrebbe scattare la “legge del taglione”. O sarà individuato il responsabile e pagherà, o lo farà l’intera classe. E quando sarà l’usura ad avere la meglio sarà un problema della scuola.
C’è poi il problema dell’intervallo. Che i professori debbano anche controllare la LIM è difficile. Lo pensa anche il tecnico di laboratorio Gaetano Scandone: “L'insegnante durante l'intervallo ha già troppi compiti, tra la sorveglianza della classe, quella nel corridoio, in cortile. È troppo dar loro responsabilità anche delle lavagne. Consiglio, e l'ho anche scritto nel regolamento, di spegnerla al termine della lezione”.
E’ stato, come ci ha appena confermato, proprio lui a scrivere il regolamento. Molto preciso tra l’altro: “Nei casi di virus o danni al sistema, la responsabilità è del docente a cui spetta la sorveglianza: solo lui può autorizzare l'utilizzo di chiavette USB, possibili veicoli di virus informatici, e l'utilizzo della lavagna nel suo intero”. Insomma ci vuole rispetto.
Nessun commento:
Posta un commento